BULIMIA NERVOSA: Cos’è la bulimia nervosa ?

 un disturbo alimentare caratterizzato dal ciclo abbuffata–espulsione. Il disturbo colpisce l'1-3 % circa delle giovani donne. L'età d'esordio del disturbo è compresa tra i 12 e i 25 anni con il picco di maggiore frequenza a 17-18 anni.
Il tasso di prevalenza maschile è di circa un decimo rispetto a quello del sesso femminile.
Una persona che presenta abbuffate bulimiche mangia una gran quantità di cibo in breve tempo (massimo un paio di ore) e poi lo elimina vomitando, abusando di lassativi, diuretici e altre medicine o utilizzandoli in maniera impropria.
Generalmente è ossessionata dalla forma e dalle dimensioni del proprio corpo e ha un basso livello di autostima.
Il bulimico avverte di aver perso l’autocontrollo durante l’abbuffata.
Dopo l’abbuffata, il senso di vergogna e di colpa e l’intensa paura di un aumento di peso avviano i comportamenti purgativi o conduco ad un eccesso di attività fisica o al digiuno nei giorni successivi.
Non controllati, questi cicli di abbuffata–espulsione possono condurre a seri problemi di salute.
Cosa provoca la bulimia nervosa?
La causa della bulimia è poco chiara, ma è probabilmente dovuta ad una combinazione di storia familiare, influenze sociali – quali l’ammirazione per la magrezza - e certi tratti di personalità come il perfezionismo.
Eventi di vita stressanti possono scatenare la bulimia in soggetti vulnerabili allo sviluppo di questo disturbo.
Criteri diagnostici della bulimia nervosa (tratti dal DSM-IV)
Per una diagnosi positiva di bulimia nervosa è necessario che vengano rispettati i seguenti criteri diagnostici:
A) Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. Un' abbuffata compulsiva è definita dai due caratteri seguenti (entrambi necessari):

  1. Mangiare in un periodo di tempo circoscritto (Es. nell'arco di due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte della gente mangerebbe nello stesso tempo in circostanze simili.
  2. Un senso di mancanza di controllo sull'atto di mangiare durante l'episodio (p.e. sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando).
B) Comportamenti ricorrenti impropri di compenso indirizzati a prevenire aumenti di peso, come: vomito autoindotto; abuso-uso improprio di lassativi, diuretici, clisteri o altri farmaci; digiuno; esercizio fisico eccessivo.
C) Abbuffate e contro misure improprie avvengono almeno due volte a settimana per tre mesi.
D) La valutazione di sé (autostima) è indebitamente influenzata dalle forme e dal peso del corpo.
E) Il disturbo non capita soltanto nel corso di episodi di Anoressia Nervosa.


Si distinguono due tipi:
Tipo purgativo (con condotte di eliminazione)
Durante l'attuale episodio di Bulimia Nervosa, la persona ha presentato regolarmente vomito auto-indotto e uso inappropriato e frequente di lassativi, diuretici o clisteri.
Tipo non-purgativo (senza condotte di eliminazione)
Durante l'episodio attuale di Bulimia Nervosa, la persona ha usato altri comportamenti impropri di compenso, come il digiuno o l'esercizio fisico eccessivo, ma non si è provocata frequentemente il vomito né ha usato frequentemente in modo improprio lassativi, diuretici o clisteri.


PER SAPERNE DI PIU'

AIUTARSI AD USCIRE DALLA BULIMIA

  1. Cercare qualcuno: con il quale confidarsi. Anche se può sembrare difficile aprirsi con un famigliare o un amico, superato l’imbarazzo iniziale ed individuata la persona giusta, può davvero risultare determinante avere un appoggio.
  2. Non chiudersi: Al di là del confidare intimamente a qualcuno il proprio problema: uscire, svagarsi, divertirsi, parlare con persone nuove, contattare vecchie amicizie, aiuta a vedere le cose sotto prospettive differenti dalla propria.
  3.  Informarsi:Esistono libri, articoli, interviste molto interessanti per quanto riguarda la bulimia. Approfondire l’argomento per crearsi un’opinione personale può far emergere degli aspetti del problema che si sottovalutavano e offrire nuovi spunti di riflessione.
  4. Provare a rivolgersi a diversi psicologi o centri specializzati:ci vogliono tempo,fortuna e pazienza per trovare la soluzione adatta a se stessi. Non mollate dopo un primo tentativo, rivolgetevi a più persone e cercate di prendere la vostra decisione ascoltandovi.
  5. Sfogarsi in modo sano: Seguire un hobby, fare sport, leggere, creare, dar libero sfogo a passioni accantonate da tempo, rispolverare i propri sogni nel cassetto, rappresentano tutte azioni che donano gioia e voglia di vivere. Suggerisco dunque di sceglierne almeno una e di provare a seguirla, fino in fondo però! Senza mollarla a metà.
  6. Non credere allo specchio: Durante il decorso della bulimia si instaura il cosiddetto dismorfismo corporeo, ovvero: ciò che la persona vede allo specchio (estremizzando i propri difetti fisici) non corrisponde alla realtà. Per me è stato d’aiuto cercare di credere a chi mi diceva com’era realmente il mio corpo, come è stato utilissimo vedere la mia immagine in alcune foto scattatemi per caso: non corrispondeva per niente alla Stefania riflessa, anzi…mi sembrava emaciata talmente era pelle e ossa! Credo che per la prima volta provai compassione per me stessa.
  7. Mangiare lentamente: Provare a gustare di nuovo il cibo senza ingozzarsi è un’esperienza particolare. Ogni alimento ha un suo sapore: è bello permettersi di riscoprirlo per il semplice piacere personale.
  8. Preparare "la tavola". Rispettatevi! Mangiate, appena potete, in un luogo che vi piace, create un ambiente solare, magari colorato, che non sembri un campo di battaglia ma che vi invogli a consumare un pasto in modo sano.
  9. Provare a focalizzare prima di una crisi:Quando sentite la classica tensione pre-abbuffata crescere dentro di voi tentate di riportare su carta, a parole, con i movimenti corporei, insomma: come meglio vi viene, le sensazioni che sentite dentro di voi.
  10. Premiarsi: Qualunque passo microscopico o macroscopico si compia a favore di se stessi,  è degno di essere sottolineato con un gesto di affetto nei propri confronti. Concedetevi una coccola, un premio, un momento di gratitudine che vi faccia sorridere.
  11. Eliminare i sensi di colpa: I sensi di colpa non servono ad altro se non a generare altri circoli viziosi. Molto spesso costituiscono la base della malattia e la sostengono nel tempo. Ciò che è successo è successo, le persone ed i contesti non sono perfetti. Non serve ostinarsi a guardare indietro o aspettare in eterno un cambiamento in chi ci sta vicino. Provare a lasciare andare nel rispetto di se stessi aiuta tantissimo.
  12. Ricordarsi che si è vivi!: Avete un problema ma non siete morti. Dietro alla malattia ci siete sempre voi. Dietro ai comportamenti distorti, agli schemi mentali rigidi ed estremizzati esiste una persona sana, unica, splendida, che non vede l’ora di emergere. Non usate la bulimia per giustificare i blocchi esistenziali, avete tutte le carte per farcela e dentro di voi lo sapete!
  13. Ascoltarsi: Qualcosa dentro di voi è in conflitto. Soltanto voi potete riuscire a capire le radici della malattia ma continuare ad arrovellarsi su concetti come questo non porta ad altro che a perpetuare l’avvitamento verso il basso. E’ utile invece provare a distrarre il cervello ed a ricongiungersi con ciò che davvero sente la propria anima. Cercate il più possibile di agire spontaneamente, evitando di analizzare, programmare, seguire schemi mentali precostituiti. Buttatevi! Vi alzate alla mattina con la voglia di correre? Se potete fatelo! Avete una voglia irrefrenabile di urlare? Urlate! Vi sentite creativi e volete dipingere per un giorno intero? Dipingete! Insomma: tirate fuori in ogni modo quel lato di voi che reprimete e che con la malattia sfogate in modo negativo!
  14. Perdonarsi:Si diventa davvero bravissimi a darsi contro. Come si riesce ad essere indulgenti e comprensivi nei confronti delle altre persone perché non possiamo esserlo verso noi stessi? Allenarsi a non darsi addosso costituisce un trampolino di lancio per tornare ad avere fiducia nelle proprie capacità. Non esiste nulla in noi che non va, anche noi possiamo sbagliare, cadere e far del male, l’importante è riuscire ad ammetterlo e continuare a tentare. 

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